A Roana sull'Altopiano di Asiago abbiamo un piccolo giardino dove coltiviamo in modo naturale piante aromatiche, ma il nostro giardino si estende in realtà a tutto l'Altopiano! Su prati e boschi troviamo moltissime piante ancora più naturali, crescendo spontanee in zone lontane dall'indistria.
Ingredienti per 4 persone:
Ingredienti per 4 persone:
Ingredienti per 4 persone:
Ingredienti per 4 persone:
Alcune erbe le essicchiamo e confezioniamo da usare come tisane. per esempio le foglie di Tarassaco (o dente di Leone), altre si possono usare per preparare gustosi mùpiatti come l'Aglio Orsino.
Alcune erbe le essicchiamo e confezioniamo da usare come tisane. per esempio le foglie di Tarassaco (o dente di Leone), altre si possono usare per preparare gustosi mùpiatti come l'Aglio Orsino.
Alcune erbe le essicchiamo e confezioniamo da usare come tisane. per esempio le foglie di Tarassaco (o dente di Leone), altre si possono usare per preparare gustosi mùpiatti come l'Aglio Orsino.
Alcune le usciamo per preparare i Melliti. Cioè dei preparati di miele ed erbe, avviene cos'ì un'estrazione naturale delle proprietà della pianta che sia aggiungonoa quelle del miele.
Alcune le usciamo per preparare i Melliti. Cioè dei preparati di miele ed erbe, avviene cos'ì un'estrazione naturale delle proprietà della pianta che sia aggiungonoa quelle del miele.
Alcune le usciamo per preparare i Melliti. Cioè dei preparati di miele ed erbe, avviene cos'ì un'estrazione naturale delle proprietà della pianta che sia aggiungonoa quelle del miele.
Procedimento:
Procedimento:
Procedimento:
Procedimento:
Tritare finemente i pistilli di zafferano e metterli in ammollo nella panna. Per una maggiore resa in colore e sapore dello zafferano questo procedimento può essere fatto il giono prima, ma il tempo di preparazione del sugo e della pasta è comunque sufficiente.
Tritare finemente i pistilli di zafferano e metterli in ammollo nella panna. Per una maggiore resa in colore e sapore dello zafferano questo procedimento può essere fatto il giono prima, ma il tempo di preparazione del sugo e della pasta è comunque sufficiente.
Tritare finemente i pistilli di zafferano e metterli in ammollo nella panna. Per una maggiore resa in colore e sapore dello zafferano questo procedimento può essere fatto il giono prima, ma il tempo di preparazione del sugo e della pasta è comunque sufficiente.
Tritare finemente i pistilli di zafferano e metterli in ammollo nella panna. Per una maggiore resa in colore e sapore dello zafferano questo procedimento può essere fatto il giono prima, ma il tempo di preparazione del sugo e della pasta è comunque sufficiente.
O ancora possiamo trasformarle in sciroppi ( Hollar, con i fiori di sambuco) o confetture (Klapf, fatta con i fiori di tarassaco).
O ancora possiamo trasformarle in sciroppi ( Hollar, con i fiori di sambuco) o confetture (Klapf, fatta con i fiori di tarassaco).
O ancora possiamo trasformarle in sciroppi ( Hollar, con i fiori di sambuco) o confetture (Klapf, fatta con i fiori di tarassaco).
Per scoprire tutti nostri prodotti contattateci!
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Per il sugo, tagliare a pezzi i porcini e cuocerli in una casseruola con uno spicchio d'aglio (che andremo poi a rimuovere) e olio.
Per il sugo, tagliare a pezzi i porcini e cuocerli in una casseruola con uno spicchio d'aglio (che andremo poi a rimuovere) e olio.
Per il sugo, tagliare a pezzi i porcini e cuocerli in una casseruola con uno spicchio d'aglio (che andremo poi a rimuovere) e olio.
Per il sugo, tagliare a pezzi i porcini e cuocerli in una casseruola con uno spicchio d'aglio (che andremo poi a rimuovere) e olio.
A fine cottura aggiungere la panna con lo zafferano.
A fine cottura aggiungere la panna con lo zafferano.
A fine cottura aggiungere la panna con lo zafferano.
A fine cottura aggiungere la panna con lo zafferano.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e condire con il sugo.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e condire con il sugo.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e condire con il sugo.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e condire con il sugo.
Servire e buon appetito!
Servire e buon appetito!
Servire e buon appetito!
Servire e buon appetito!
Lo zafferano è una vera miniera di sostanze importanti per la nostra salute che oltretutto mostrano una significativa resistenza termica (con la cottura non andiamo a perdere queste sostanze).
Lo zafferano è una vera miniera di sostanze importanti per la nostra salute che oltretutto mostrano una significativa resistenza termica (con la cottura non andiamo a perdere queste sostanze).
Lo zafferano è una vera miniera di sostanze importanti per la nostra salute che oltretutto mostrano una significativa resistenza termica (con la cottura non andiamo a perdere queste sostanze).
Lo zafferano è una vera miniera di sostanze importanti per la nostra salute che oltretutto mostrano una significativa resistenza termica (con la cottura non andiamo a perdere queste sostanze).
Ma una è più importante di tutte e deriva dai principi attivi che gli danno il suo impareggiabile colore, che sono la crocetina, la crocina e la pirocrocina. I quali fanno parte dei CAROTENOIDI.
Ma una è più importante di tutte e deriva dai principi attivi che gli danno il suo impareggiabile colore, che sono la crocetina, la crocina e la pirocrocina. I quali fanno parte dei CAROTENOIDI.
Ma una è più importante di tutte e deriva dai principi attivi che gli danno il suo impareggiabile colore, che sono la crocetina, la crocina e la pirocrocina. I quali fanno parte dei CAROTENOIDI.
Ma una è più importante di tutte e deriva dai principi attivi che gli danno il suo impareggiabile colore, che sono la crocetina, la crocina e la pirocrocina. I quali fanno parte dei CAROTENOIDI.
Quest'ultimi sono presenti in molti alimenti vegetali, ma mai in concentrazioni così elevate come nello zafferano; infatti si trova un contenuto attorno all'8%.
Quest'ultimi sono presenti in molti alimenti vegetali, ma mai in concentrazioni così elevate come nello zafferano; infatti si trova un contenuto attorno all'8%.
Quest'ultimi sono presenti in molti alimenti vegetali, ma mai in concentrazioni così elevate come nello zafferano; infatti si trova un contenuto attorno all'8%.
Quest'ultimi sono presenti in molti alimenti vegetali, ma mai in concentrazioni così elevate come nello zafferano; infatti si trova un contenuto attorno all'8%.
Per far capire meglio questo dato possiamo paragonarlo alla carota, uno dei vegetali considerati più ricchi di carotenoidi, la quale ne contiene solo lo 0,008 %.
Per far capire meglio questo dato possiamo paragonarlo alla carota, uno dei vegetali considerati più ricchi di carotenoidi, la quale ne contiene solo lo 0,008 %.
Per far capire meglio questo dato possiamo paragonarlo alla carota, uno dei vegetali considerati più ricchi di carotenoidi, la quale ne contiene solo lo 0,008 %.
Per far capire meglio questo dato possiamo paragonarlo alla carota, uno dei vegetali considerati più ricchi di carotenoidi, la quale ne contiene solo lo 0,008 %.
Un'altro esempio:
Un'altro esempio:
Un'altro esempio:
Un'altro esempio:
3 etti pomodori + 2 etti carote + 3 etti peperoni + 2 etti spinaci = 0,5 g zafferano
3 etti pomodori + 2 etti carote + 3 etti peperoni + 2 etti spinaci = 0,5 g zafferano
3 etti pomodori + 2 etti carote + 3 etti peperoni + 2 etti spinaci = 0,5 g zafferano
3 etti pomodori + 2 etti carote + 3 etti peperoni + 2 etti spinaci = 0,5 g zafferano
Ma a cosa servono i carotenoidi al nostro organismo?
Ma a cosa servono i carotenoidi al nostro organismo?
Ma a cosa servono i carotenoidi al nostro organismo?
Ma a cosa servono i carotenoidi al nostro organismo?
I carotenoidi sono degli antiossidanti. Gli antiossidanti combattono i radicali liberi che sono i maggiori responsabili dell'invecchiamento.
I carotenoidi sono degli antiossidanti. Gli antiossidanti combattono i radicali liberi che sono i maggiori responsabili dell'invecchiamento.
I carotenoidi sono degli antiossidanti. Gli antiossidanti combattono i radicali liberi che sono i maggiori responsabili dell'invecchiamento.
I carotenoidi sono degli antiossidanti. Gli antiossidanti combattono i radicali liberi che sono i maggiori responsabili dell'invecchiamento.
...PER CONOSCERLO IN BREVE:
...PER CONOSCERLO IN BREVE:
I radicali liberi sono sostanze tossiche che si formano nel nostro organismo a seguito dell'aria inquinata delle nostre città, del cibo impoverito (monoculture intensive e cibi fuori stagione) e degli stress di tutti i giorni.
I radicali liberi sono sostanze tossiche che si formano nel nostro organismo a seguito dell'aria inquinata delle nostre città, del cibo impoverito (monoculture intensive e cibi fuori stagione) e degli stress di tutti i giorni.
...PER CONOSCERLO IN BREVE:
...PER CONOSCERLO IN BREVE:
I radicali liberi sono sostanze tossiche che si formano nel nostro organismo a seguito dell'aria inquinata delle nostre città, del cibo impoverito (monoculture intensive e cibi fuori stagione) e degli stress di tutti i giorni.
I radicali liberi sono sostanze tossiche che si formano nel nostro organismo a seguito dell'aria inquinata delle nostre città, del cibo impoverito (monoculture intensive e cibi fuori stagione) e degli stress di tutti i giorni.
-Coltivato naturalmente a livello familiare a più di mille metri di quota: grande attenzione alla qualità e nessun uso di pesticidi.
-Coltivato naturalmente a livello familiare a più di mille metri di quota: grande attenzione alla qualità e nessun uso di pesticidi.
-Coltivato naturalmente a livello familiare a più di mille metri di quota: grande attenzione alla qualità e nessun uso di pesticidi.
-Coltivato naturalmente a livello familiare a più di mille metri di quota: grande attenzione alla qualità e nessun uso di pesticidi.
-Essiccato (e non tostato!!!) a max 45°C lo stesso giorno della raccolta per preservarne tutte le caratteristiche.
-Essiccato (e non tostato!!!) a max 45°C lo stesso giorno della raccolta per preservarne tutte le caratteristiche.
-Essiccato (e non tostato!!!) a max 45°C lo stesso giorno della raccolta per preservarne tutte le caratteristiche.
-Essiccato (e non tostato!!!) a max 45°C lo stesso giorno della raccolta per preservarne tutte le caratteristiche.
Questi elementi instabili danneggiano le nostre cellule e l'accumuolo di questi danni portano al loro
Questi elementi instabili danneggiano le nostre cellule e l'accumuolo di questi danni portano al loro
Questi elementi instabili danneggiano le nostre cellule e l'accumuolo di questi danni portano al loro
Questi elementi instabili danneggiano le nostre cellule e l'accumuolo di questi danni portano al loro
-Confezionato rigorosamente a mano per preservare i pistilli, da noi non troverete le polveri di zafferano dove è facile inserire coloranti o surrogati.
-Confezionato rigorosamente a mano per preservare i pistilli, da noi non troverete le polveri di zafferano dove è facile inserire coloranti o surrogati.
-Confezionato rigorosamente a mano per preservare i pistilli, da noi non troverete le polveri di zafferano dove è facile inserire coloranti o surrogati.
-Confezionato rigorosamente a mano per preservare i pistilli, da noi non troverete le polveri di zafferano dove è facile inserire coloranti o surrogati.
...PER SAPERNE DI PIU':
...PER SAPERNE DI PIU':
...PER SAPERNE DI PIU':
...PER SAPERNE DI PIU':
Finito l’inverno, le giornate si allungano, l’aria si fa più calda. I prati, quando la neve comincia a sciogliersi, iniziano a risvegliarsi con i primi i fiori, milioni e milioni di crochi.
Finito l’inverno, le giornate si allungano, l’aria si fa più calda. I prati, quando la neve comincia a sciogliersi, iniziano a risvegliarsi con i primi i fiori, milioni e milioni di crochi.
Finito l’inverno, le giornate si allungano, l’aria si fa più calda. I prati, quando la neve comincia a sciogliersi, iniziano a risvegliarsi con i primi i fiori, milioni e milioni di crochi.
Finito l’inverno, le giornate si allungano, l’aria si fa più calda. I prati, quando la neve comincia a sciogliersi, iniziano a risvegliarsi con i primi i fiori, milioni e milioni di crochi.
Da qui nasce l’idea dello zafferano in Altopiano, da questo fiorellino che da sempre impreziosisce i nostri monti col suo timido candore. Esso fa parte di una famiglia molto numerosa, quella dei crochi, sviluppatasi soprattutto in Medioriente. Nelle Alpi ci sono solo due specie, o forse tre, mentre nella regione che spazia tra il Mediterraneo ed il Golfo Persico ce ne sono almeno una ventina. Chissà come e chissà quando due di queste si sono incrociate tra di loro dando origine allo zafferano che ancor oggi si coltiva. Piccole mutazioni a parte, lo zafferano è lo stesso in tutto il mondo; deriva da questo incrocio interspecifico che ha permesso di avere dei pistilli molto lunghi, molto rossi e molto profumati; ma al contempo questa combinazione ha reso la nuova specie sterile. Non è in grado cioè di fare semi ma si riproduce solo per via agamica, ossia dividendo il proprio bulbo.
Da qui nasce l’idea dello zafferano in Altopiano, da questo fiorellino che da sempre impreziosisce i nostri monti col suo timido candore. Esso fa parte di una famiglia molto numerosa, quella dei crochi, sviluppatasi soprattutto in Medioriente. Nelle Alpi ci sono solo due specie, o forse tre, mentre nella regione che spazia tra il Mediterraneo ed il Golfo Persico ce ne sono almeno una ventina. Chissà come e chissà quando due di queste si sono incrociate tra di loro dando origine allo zafferano che ancor oggi si coltiva. Piccole mutazioni a parte, lo zafferano è lo stesso in tutto il mondo; deriva da questo incrocio interspecifico che ha permesso di avere dei pistilli molto lunghi, molto rossi e molto profumati; ma al contempo questa combinazione ha reso la nuova specie sterile. Non è in grado cioè di fare semi ma si riproduce solo per via agamica, ossia dividendo il proprio bulbo.
Da qui nasce l’idea dello zafferano in Altopiano, da questo fiorellino che da sempre impreziosisce i nostri monti col suo timido candore. Esso fa parte di una famiglia molto numerosa, quella dei crochi, sviluppatasi soprattutto in Medioriente. Nelle Alpi ci sono solo due specie, o forse tre, mentre nella regione che spazia tra il Mediterraneo ed il Golfo Persico ce ne sono almeno una ventina. Chissà come e chissà quando due di queste si sono incrociate tra di loro dando origine allo zafferano che ancor oggi si coltiva. Piccole mutazioni a parte, lo zafferano è lo stesso in tutto il mondo; deriva da questo incrocio interspecifico che ha permesso di avere dei pistilli molto lunghi, molto rossi e molto profumati; ma al contempo questa combinazione ha reso la nuova specie sterile. Non è in grado cioè di fare semi ma si riproduce solo per via agamica, ossia dividendo il proprio bulbo.
Da qui nasce l’idea dello zafferano in Altopiano, da questo fiorellino che da sempre impreziosisce i nostri monti col suo timido candore. Esso fa parte di una famiglia molto numerosa, quella dei crochi, sviluppatasi soprattutto in Medioriente. Nelle Alpi ci sono solo due specie, o forse tre, mentre nella regione che spazia tra il Mediterraneo ed il Golfo Persico ce ne sono almeno una ventina. Chissà come e chissà quando due di queste si sono incrociate tra di loro dando origine allo zafferano che ancor oggi si coltiva. Piccole mutazioni a parte, lo zafferano è lo stesso in tutto il mondo; deriva da questo incrocio interspecifico che ha permesso di avere dei pistilli molto lunghi, molto rossi e molto profumati; ma al contempo questa combinazione ha reso la nuova specie sterile. Non è in grado cioè di fare semi ma si riproduce solo per via agamica, ossia dividendo il proprio bulbo.
Coltivarlo è abbastanza semplice: ottenuti i bulbi da qualche coltivatore, vengono messi a dimora in Estate per poi fiorire ad Ottobre o Novembre a seconda della stagione. Di per sé non richiede molte ore di lavoro, il vero fulcro è la raccolta e la sfioratura: un lavoro certosino da compiersi rigorosamente a mano giorno dopo giorno finché prosegue la fioritura. Il punto critico viene con l’Inverno, non è solo il freddo pungente a mettere la coltura in difficoltà, ma anche i molti piccoli roditori che infestano prati e pascoli. All’arrivo della Primavera dopo il primo anno di coltivazione abbiamo avuto una brutta sorpresa: quasi tutti i bulbi erano scomparsi. Rimanevano i ciuffi ingialliti delle foglie ma se si scavava, non si trovava nulla. Non c’è voluto molto ad individuare la causa: gallerie e nidi erano ovunque. Lo sconforto era tanto, ma i risultati delle analisi ci davano speranza, lo Zafferano di Asiago risultava essere di una qualità eccezionale: colore, profumo e sapore erano sopra la media di zafferani italiani blasonati con D.O.P. o I.G.P.
Coltivarlo è abbastanza semplice: ottenuti i bulbi da qualche coltivatore, vengono messi a dimora in Estate per poi fiorire ad Ottobre o Novembre a seconda della stagione. Di per sé non richiede molte ore di lavoro, il vero fulcro è la raccolta e la sfioratura: un lavoro certosino da compiersi rigorosamente a mano giorno dopo giorno finché prosegue la fioritura. Il punto critico viene con l’Inverno, non è solo il freddo pungente a mettere la coltura in difficoltà, ma anche i molti piccoli roditori che infestano prati e pascoli. All’arrivo della Primavera dopo il primo anno di coltivazione abbiamo avuto una brutta sorpresa: quasi tutti i bulbi erano scomparsi. Rimanevano i ciuffi ingialliti delle foglie ma se si scavava, non si trovava nulla. Non c’è voluto molto ad individuare la causa: gallerie e nidi erano ovunque. Lo sconforto era tanto, ma i risultati delle analisi ci davano speranza, lo Zafferano di Asiago risultava essere di una qualità eccezionale: colore, profumo e sapore erano sopra la media di zafferani italiani blasonati con D.O.P. o I.G.P.
Coltivarlo è abbastanza semplice: ottenuti i bulbi da qualche coltivatore, vengono messi a dimora in Estate per poi fiorire ad Ottobre o Novembre a seconda della stagione. Di per sé non richiede molte ore di lavoro, il vero fulcro è la raccolta e la sfioratura: un lavoro certosino da compiersi rigorosamente a mano giorno dopo giorno finché prosegue la fioritura. Il punto critico viene con l’Inverno, non è solo il freddo pungente a mettere la coltura in difficoltà, ma anche i molti piccoli roditori che infestano prati e pascoli. All’arrivo della Primavera dopo il primo anno di coltivazione abbiamo avuto una brutta sorpresa: quasi tutti i bulbi erano scomparsi. Rimanevano i ciuffi ingialliti delle foglie ma se si scavava, non si trovava nulla. Non c’è voluto molto ad individuare la causa: gallerie e nidi erano ovunque. Lo sconforto era tanto, ma i risultati delle analisi ci davano speranza, lo Zafferano di Asiago risultava essere di una qualità eccezionale: colore, profumo e sapore erano sopra la media di zafferani italiani blasonati con D.O.P. o I.G.P.
Coltivarlo è abbastanza semplice: ottenuti i bulbi da qualche coltivatore, vengono messi a dimora in Estate per poi fiorire ad Ottobre o Novembre a seconda della stagione. Di per sé non richiede molte ore di lavoro, il vero fulcro è la raccolta e la sfioratura: un lavoro certosino da compiersi rigorosamente a mano giorno dopo giorno finché prosegue la fioritura. Il punto critico viene con l’Inverno, non è solo il freddo pungente a mettere la coltura in difficoltà, ma anche i molti piccoli roditori che infestano prati e pascoli. All’arrivo della Primavera dopo il primo anno di coltivazione abbiamo avuto una brutta sorpresa: quasi tutti i bulbi erano scomparsi. Rimanevano i ciuffi ingialliti delle foglie ma se si scavava, non si trovava nulla. Non c’è voluto molto ad individuare la causa: gallerie e nidi erano ovunque. Lo sconforto era tanto, ma i risultati delle analisi ci davano speranza, lo Zafferano di Asiago risultava essere di una qualità eccezionale: colore, profumo e sapore erano sopra la media di zafferani italiani blasonati con D.O.P. o I.G.P.
Abbiamo proseguito la sperimentazione, sbagliando ancora tante cose ma migliorando in altre. Ci siamo accorti per esempio che facendo asciugare troppo a lungo i pistilli, questi poi impiegano troppo tempo a cedere il colore, e serve quindi triturarli. Altresì, sperimentando tempi diversi di coltivazione, la pianta ha reagito in maniera positiva: foglie e fiori sono più grandi e più consistenti. Siamo pur sempre in una regione alpina; le pratiche colturali di Grecia, Spagna, o del più vicino Abruzzo sono fuori luogo in Altopiano.
Abbiamo proseguito la sperimentazione, sbagliando ancora tante cose ma migliorando in altre. Ci siamo accorti per esempio che facendo asciugare troppo a lungo i pistilli, questi poi impiegano troppo tempo a cedere il colore, e serve quindi triturarli. Altresì, sperimentando tempi diversi di coltivazione, la pianta ha reagito in maniera positiva: foglie e fiori sono più grandi e più consistenti. Siamo pur sempre in una regione alpina; le pratiche colturali di Grecia, Spagna, o del più vicino Abruzzo sono fuori luogo in Altopiano.
Abbiamo proseguito la sperimentazione, sbagliando ancora tante cose ma migliorando in altre. Ci siamo accorti per esempio che facendo asciugare troppo a lungo i pistilli, questi poi impiegano troppo tempo a cedere il colore, e serve quindi triturarli. Altresì, sperimentando tempi diversi di coltivazione, la pianta ha reagito in maniera positiva: foglie e fiori sono più grandi e più consistenti. Siamo pur sempre in una regione alpina; le pratiche colturali di Grecia, Spagna, o del più vicino Abruzzo sono fuori luogo in Altopiano.
Abbiamo proseguito la sperimentazione, sbagliando ancora tante cose ma migliorando in altre. Ci siamo accorti per esempio che facendo asciugare troppo a lungo i pistilli, questi poi impiegano troppo tempo a cedere il colore, e serve quindi triturarli. Altresì, sperimentando tempi diversi di coltivazione, la pianta ha reagito in maniera positiva: foglie e fiori sono più grandi e più consistenti. Siamo pur sempre in una regione alpina; le pratiche colturali di Grecia, Spagna, o del più vicino Abruzzo sono fuori luogo in Altopiano.
Togliere da centinaia di fiori i pistilli che vanno a formare la spezia, può sembrare un magro lavoro, specie se poi il risultato delle proprie fatiche si misura in grammi. Ma la quotazione al chilo supera i diecimila euro, di conseguenza potrebbe essere una valida integrazione al reddito di chiunque vuole mettere a disposizione un po’ di terra e un po’ di pazienza per questa coltura. Nel nostro sito (www.malgasiago.com), oltre alle diverse confezioni di zafferano, si trovano molte foto e molte notizie relative alla coltivazione di questa pianta, se mai qualcuno si volesse informare a tal proposito. Per ora proseguiamo le nostre sperimentazioni ampliando di anno in anno lo zafferaneto, cercando di ottimizzare le esigenze di questa coltura con le peculiarità dell’Altopiano. Contemporaneamente cerchiamo di coltivare altri progetti su come valorizzare un’agricoltura “nuova” o quantomeno “diversa” per i 7 Comuni. Fa ben sperare che nel nostro territorio sia sorta una sezione di Slow Food, e che questo zafferano sia stato inserito nei menù di qualche cena. Ci sono tante strade percorribili, sin dall’arrivo dei primi coloni, tedeschi o meno, si sono cercate nuove vie per vivere in un ambiente apparentemente duro ed avaro, dove tutto sembra più difficile. La montagna si dimostra invece generosa con chi ha la pazienza di osservarla, di capirla, di trasformarla senza snaturarla. Ne deriva che i prodotti di questa terra hanno una marcia in più, nata dal connubio del lavoro dell’uomo, le esigenze del territorio e la passione che li lega. Monica & Massimiliano Gnesotto tratto da Asiago ieri, oggi, domani Giugno 2012
Togliere da centinaia di fiori i pistilli che vanno a formare la spezia, può sembrare un magro lavoro, specie se poi il risultato delle proprie fatiche si misura in grammi. Ma la quotazione al chilo supera i diecimila euro, di conseguenza potrebbe essere una valida integrazione al reddito di chiunque vuole mettere a disposizione un po’ di terra e un po’ di pazienza per questa coltura. Nel nostro sito (www.malgasiago.com), oltre alle diverse confezioni di zafferano, si trovano molte foto e molte notizie relative alla coltivazione di questa pianta, se mai qualcuno si volesse informare a tal proposito. Per ora proseguiamo le nostre sperimentazioni ampliando di anno in anno lo zafferaneto, cercando di ottimizzare le esigenze di questa coltura con le peculiarità dell’Altopiano. Contemporaneamente cerchiamo di coltivare altri progetti su come valorizzare un’agricoltura “nuova” o quantomeno “diversa” per i 7 Comuni. Fa ben sperare che nel nostro territorio sia sorta una sezione di Slow Food, e che questo zafferano sia stato inserito nei menù di qualche cena. Ci sono tante strade percorribili, sin dall’arrivo dei primi coloni, tedeschi o meno, si sono cercate nuove vie per vivere in un ambiente apparentemente duro ed avaro, dove tutto sembra più difficile. La montagna si dimostra invece generosa con chi ha la pazienza di osservarla, di capirla, di trasformarla senza snaturarla. Ne deriva che i prodotti di questa terra hanno una marcia in più, nata dal connubio del lavoro dell’uomo, le esigenze del territorio e la passione che li lega. Monica & Massimiliano Gnesotto tratto da Asiago ieri, oggi, domani Giugno 2012
Togliere da centinaia di fiori i pistilli che vanno a formare la spezia, può sembrare un magro lavoro, specie se poi il risultato delle proprie fatiche si misura in grammi. Ma la quotazione al chilo supera i diecimila euro, di conseguenza potrebbe essere una valida integrazione al reddito di chiunque vuole mettere a disposizione un po’ di terra e un po’ di pazienza per questa coltura. Nel nostro sito (www.malgasiago.com), oltre alle diverse confezioni di zafferano, si trovano molte foto e molte notizie relative alla coltivazione di questa pianta, se mai qualcuno si volesse informare a tal proposito. Per ora proseguiamo le nostre sperimentazioni ampliando di anno in anno lo zafferaneto, cercando di ottimizzare le esigenze di questa coltura con le peculiarità dell’Altopiano. Contemporaneamente cerchiamo di coltivare altri progetti su come valorizzare un’agricoltura “nuova” o quantomeno “diversa” per i 7 Comuni. Fa ben sperare che nel nostro territorio sia sorta una sezione di Slow Food, e che questo zafferano sia stato inserito nei menù di qualche cena. Ci sono tante strade percorribili, sin dall’arrivo dei primi coloni, tedeschi o meno, si sono cercate nuove vie per vivere in un ambiente apparentemente duro ed avaro, dove tutto sembra più difficile. La montagna si dimostra invece generosa con chi ha la pazienza di osservarla, di capirla, di trasformarla senza snaturarla. Ne deriva che i prodotti di questa terra hanno una marcia in più, nata dal connubio del lavoro dell’uomo, le esigenze del territorio e la passione che li lega. Monica & Massimiliano Gnesotto tratto da Asiago ieri, oggi, domani Giugno 2012
Togliere da centinaia di fiori i pistilli che vanno a formare la spezia, può sembrare un magro lavoro, specie se poi il risultato delle proprie fatiche si misura in grammi. Ma la quotazione al chilo supera i diecimila euro, di conseguenza potrebbe essere una valida integrazione al reddito di chiunque vuole mettere a disposizione un po’ di terra e un po’ di pazienza per questa coltura. Nel nostro sito (www.malgasiago.com), oltre alle diverse confezioni di zafferano, si trovano molte foto e molte notizie relative alla coltivazione di questa pianta, se mai qualcuno si volesse informare a tal proposito. Per ora proseguiamo le nostre sperimentazioni ampliando di anno in anno lo zafferaneto, cercando di ottimizzare le esigenze di questa coltura con le peculiarità dell’Altopiano. Contemporaneamente cerchiamo di coltivare altri progetti su come valorizzare un’agricoltura “nuova” o quantomeno “diversa” per i 7 Comuni. Fa ben sperare che nel nostro territorio sia sorta una sezione di Slow Food, e che questo zafferano sia stato inserito nei menù di qualche cena. Ci sono tante strade percorribili, sin dall’arrivo dei primi coloni, tedeschi o meno, si sono cercate nuove vie per vivere in un ambiente apparentemente duro ed avaro, dove tutto sembra più difficile. La montagna si dimostra invece generosa con chi ha la pazienza di osservarla, di capirla, di trasformarla senza snaturarla. Ne deriva che i prodotti di questa terra hanno una marcia in più, nata dal connubio del lavoro dell’uomo, le esigenze del territorio e la passione che li lega. Monica & Massimiliano Gnesotto tratto da Asiago ieri, oggi, domani Giugno 2012